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La Rivoluzione russa: le forze politiche in campo

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All’inizio del XX secolo, il panorama politico della Russia è decisamente variegato, e vede attive sul territorio formazioni di ispirazione liberale e altre di ispirazione socialista, ma tutte di recente costituzione (a partire dal 1898) in quanto l’impostazione autocratica dello Stato ha sempre dissuaso lo sviluppo di un’opposizione politica ufficiale.

L’elemento che unisce le diverse formazioni è la lotta all’autocrazia, che viene combattuta però con diversi metodi: il terrorismo, la propaganda, oppure la stampa. Di fatto, l’opposizione russa è costituita da un mosaico di correnti ideologiche che si combattono di continuo tra loro, e proprio questo fatto ha impedito la formazione di un ideale condiviso in previsione di una riforma dello Stato auspicata da tutte le forze.

Il polo liberale è costituito dal Partito democratico costituzionale (soprannominato dei “cadetti” dalle iniziali russe KaDe), dall’Unione del 17 Ottobre (detto anche partito ottobrista in ricordo del Manifesto zarista del 1905 che istituisce la Duma) e dall’Unione del Popolo russo.

I cadetti nascono nel 1905 e raccolgono parte della nobiltà e dell’intelligencija, ma soprattutto raccolgono adesioni tra le classi medie urbane. Nel momento di massimo successo, il partito conta circa 70.000 iscritti tra Mosca, Pietroburgo e le altre città maggiori di Russia. Il programma prevede la convocazione di un’Assemblea costituente, il suffragio universale, la Costituzione, la divisione dei poteri e tutte le libertà democratiche. Altro punto importante è la riforma agraria che dovrebbe consentire la diffusione della piccola proprietà. Loro obiettivo è creare in Russia una monarchia costituzionale, ma alcuni si spingono oltre, propugnando una democrazia repubblicana. Vi è poi un’amara costatazione: in nessuna occasione ufficiale i cadetti sono arrivati a condannare il terrorismo praticato dagli altri partiti, e questo evidenzia il vuoto ideale che ha caratterizzato tutta la società russa di quel periodo.

L’Unione del 17 Ottobre segue una tendenza liberal conservatrice ed è stata fondata nel febbraio 1906. Sostiene l’instaurazione di uno Stato di diritto, ma è contraria ad un’alleanza con le sinistre, non esclusa dai cadetti. Raggiunge un massimo di 50.000 iscritti tra impiegati e piccoli proprietari terrieri. Punti irrinunciabili del programma sono la conservazione dell’unità dell’Impero contro le autonomie locali, e l’estensione della piccola proprietà agraria senza però requisire le terre ai latifondisti.

L’Unione del Popolo russo nasce nel novembre 1905 a Pietroburgo. Vi aderiscono contadini, artigiani, operai, piccoli commercianti, e tra i leader si trovano anche sacerdoti. Sostiene l’autocrazia contro il costituzionalismo e l’unità dell’Impero. Al suo interno nascono le “Centurie nere” squadre dichiaratamente antisemite che scatenano numerosi pogrom antiebraici. Davanti agli eventi rivoluzionari, non resisteranno e si disintegreranno.

Le sinistre.

Il Partito socialdemocratico nasce clandestinamente a Minsk nel 1898 e unisce i vari gruppi rivoluzionari di ispirazione marxista. Durante il II Congresso di Londra nel 1903 il partito si divide in due fazioni: i menscevichi e i bolscevichi. I primi si aspettano la presa del potere da parte della borghesia, i secondi promuovono un partito centralizzato che instauri subito la dittatura del proletariato. Nel 1907 si contano 46.000 iscritti tra le fila dei menscevichi e 32.000 iscritti tra quelle dei bolscevichi, ma nel 1910 le iscrizioni dei bolscevichi scendono a 10.000. La cosa “curiosa” è che il partito del proletariato raccoglie adesioni per lo più tra i nobili e gli intellettuali e avrà il sostegno dei ricchi industriali. La rottura definitiva tra le due fazioni avviene nel 1912 alla conferenza di Praga.

Il Partito socialista rivoluzionario nasce nel 1902 dall’unione di vari gruppi e punta sull’azione armata, boicotta le elezioni della Duma e le riforme zariste. Non vuole nazionalizzare le terre, come i bolscevichi, ma rafforzare le comunità rurali distruggendo il latifondo. Si rendono protagonisti di diversi attentati, anche a personalità di spicco, nell’agosto del 1918 compiono un attentato a Lenin.

Il Partito del lavoro nasce in occasione della prima Duma, nel 1906, come gruppo parlamentare. Ha tendenze populiste e riunisce contadini e intellettuali. Non ha un programma e non si ritiene neanche un partito. Avversa i bolscevichi e dopo la rivoluzione si sfalda e scompare.

I gruppi anarchici. Il pensiero anarchico circola in Russia già dal 1860 attraverso intellettuali come Bakunin e Kropotkin e si diffonde tra studenti e populisti. Auspica l’abolizione dello Stato e delle leggi per garantire la piena uguaglianza tra gli individui. Nel periodo 1905 -1907 si arriva alla massima diffusione di questi gruppi, circa 250 con 7.000 affiliati. Vi sono gli Anarco-comunisti che perseguono la distruzione totale del capitalismo e dello Stato, gli Autonomi negano qualsiasi fondamento morale della società, i Radicali di Bandiera Nera auspicano azioni partigiane, espropri e terrore di massa, infine i Terroristi senza motivo progettano attentati individuali contro obiettivi scelti a caso, solo per moltiplicare la confusione e il panico tra le persone.

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